martedì 7 ottobre 2008

Dalla finestra guardando gli aironi


Ma la natura continua ad esistere, al di là di noi.
Che ci siamo o non ci siamo, che ci accorgiamo o no della sua presenza. Continuano a riproporsi le sue fasi, la luce traccia sulle cose la quasi impercettibile variazione delle sue tonalità, oggi, dal bianco freddo all’oro. Nuove specie di uccelli si spingono tra le abitazioni, nuove specie di animali. Esco da casa, mi fermo davanti alla finestra ed una coppia d’aironi riga di purezza la mia visione.
Perché non dovrei parlarne? La natura continua ad esistere per me, non sento alcuna divisione tra me e le cose che vedo, le attraverso e ne sono attraversato, sono l’acqua su cui il mio volto si riflette e i cerchi sull’acqua quando la mia mano si immerge e oltrepassa il mio riflesso.
È un’illusione credere che una cosa sia più reale, o superiore, di un’altra. Continuiamo a credere, ad avvalorare i prodotti della nostra mente, le sue più o meno alterate proiezioni, ma facendo questo non facciamo altro che sprofondarci sempre di più in noi stessi, sempre più irrimediabilmente, dimenticando che soltanto dallo sfaldamento, dallo smantellamento totale di tutto ciò che crediamo di essere ci è data forse, ancora, la possibilità di approdare ad una cosciente, limpida apertura nei confronti delle cose che ci circondano.
Nel film “Stalker”, il regista russo Andreyi Tarkovskyi faceva dire ad un suo personaggio che “la strada più breve è sempre la più lunga”. Io ne sono convinto. Ciò che ci facilita anche, quasi sempre, ci inganna su noi stessi. Non lascia che l’esperienza si maturi dentro di noi, non la fa diventare parte di noi stessi, qualcosa di cui diventiamo memorie viventi. Rimarrà per sempre qualcosa di esterno, che non c’entra nulla con noi. Allora il mondo rimane fuori, noi siamo soltanto ciò che siamo e per sopportare questo vuoto, questa mancanza incolmabile, dobbiamo convincerci di essere importanti, di essere al centro della realtà, che ciò che pensiamo e facciamo abbia un grande valore mentre non facciamo altro che amplificare il nostro nulla di esseri incapaci di vedere nulla al di fuori di se stessi.
Ogni punto del mondo è ormai raggiungibile, raggiungibile ogni persona. Eppure, non sappiamo più farci raggiungere dal mondo.

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