giovedì 15 luglio 2010

La cantante Elisa: "La passione per la poesia di Ivan Crico"


Elisa davanti ad un dipinto di Ivan Crico nello studio nel Castello De Bona Urbanis



L'INTERVISTA, da "Il Messaggero Veneto, 14 luglio 2010"

Elisa: "Aiuterò i nostri talenti a sbocciare"

La cantante monfalconese ci racconta il suo ritorno in Friuli Venezia Giulia, sabato in piazza Unità a Trieste, e sogna una 'palestra' di musica per i giovani. L’attenzione per le band emergenti Breakfast e Jade e la passione per la poesia di Ivan Crico. Il tour: "Amo le piazze, stare fra la gente. Mia figlia è sempre con me, sono felice"
di Nicola Cossar

Elisa «La mia terra è speciale. Qui ci sono tanti artisti, giovani e bravi, che si propongono con spontaneità e con idee buone; sono poco omologati e poco conformisti, hanno un’identità forte. Ti dirò che nutro da tempo un sogno: aprire un locale in Friuli per offrire ad almeno una parte di loro la possibilità di esprimersi dal vivo in un contesto giusto e importante. Se non è un locale, può essere un festival. Adesso non ho molto tempo, ma appena possibile ci penserò concretamente: voglio aiutare i giovani talenti della nostra regione a sbocciare». Parola di Elisa.

Elisa ieri era in pullman verso Milano, per aprire la parte estiva del suo Heart Tour che sabato la riporterà a casa: si esibirà nella stupenda piazza Unità d’Italia a Trieste. Nonostante i preparativi, la grande artista monfalconese trova, tra una galleria e l’altra, il tempo per un’amabile conversazione, rigorosamente e simpaticamente in bisiaco: «Sono in pullman – attacca –, ma è un pullman tutto per me e con tutto quello che serve per stare bene anche con questo caldo. Sto andando all’Arena per il primo concerto».

«La picia la xe con ti?», domandiamo in madrelingua. Elisa risponde sorridendo: «Sì, Emma è con me, buona e tranquilla. C’è anche la mia mamma, siamo felici e rilassati, pronti ad una nuova importante prova per me».

– Questa parte del tour è molto diversa da quella nei palazzetti partita da Conegliano, vero?
«Sì, quella aveva tante cose extra-musicali, come i ballerini e molte immagini, una scelta di spettacolo complicata, legata un po’ all’acustica non felice dei palasport: uno show diverso per compensare in qualche modo quelle carenze. Tuttavia, è stata una bella esperienza, anche se ho un rammarico: mi dispiace che i biglietti siano costati troppo; sai che non ho mai voluto che costasse tanto venire ai miei concerti. Comunque, ora si cambia registro, si va nelle piazze e nelle arene, si torna alla dimensione che più ci appartiene: io, il mio gruppo e la musica su un palco più piccolo ma più adatto al concerto. Ci sarà qualche ripresa video perché tutti possano vedere bene, ma la musica, e solo la musica, sarà al centro dello spettacolo».

– Finalmente torni a casa?
«Hai ragione, sono stata poco a casa negli ultimi anni. Ma i posti in Friuli in cui ho cantato sono stati sempre magnifici: per esempio, la splendida villa Manin. E sabato sarò in piazza Unità a Trieste, una delle più belle d’Europa. Sì, sarà un’altra serata speciale ed emozionante!».

– Elisa, tu sei sempre stata attenta a quanto accade nella tua terra, soprattutto in campo musicale. Come vedi la situazione oggi?
«È una scena che si muove molto, diversa, originale, poco omologata. Mi è sempre piaciuta. Se vuoi dei nomi, ti faccio quello di Giorgio Pacorig, già mio tastierista e oggi lanciatissimo nel free jazz. E poi i Breakfast, i Jade e un gruppo di ragazzi triestini di cui non ricordo il nome e che ho visto su Mtv. Ma non solo musica: io amo molto la poesia e uno dei miei migliori amici è Ivan Crico, che ha appena vinto un premio importante, il Malattia della Vallata».

– Da qui l’idea di aiutare questa scena?
«È un mio sogno. Ora ho altre cose e poco tempo, ma sto pensando di aprire un locale in Friuli o magari di organizzare un festival. Non sarà subito, però cercherà di aiutare i nostri giovani».

– Nel tuo futuro, a ottobre, c’è l’America....
«È una cosa piccola. Terremo due concerti a un festival italiano. Ovviamente ci andiamo volentierissimo».

– Modugno, la Pfm. Altri non hanno sfondato in America. Tu ci pensi?
«A quelli che hanno sfondato, fatte le debite proporzioni, ci aggiungerei il metal dei Lacuna Coil, anche per restare in tempi più vicini a noi. Da parte mia, un po’ di successo l’ho avuto con Dancing. E poi Eros e la Pausini vanno alla grande in Sudamerica. Non nego che sarebbe bello sfondare negli States, ma per riuscirci devi avere una grande squadra, affiatata e tutta composta da numeri 1, sul piano artistico e su quello tecnico e organizzativo: una squadra che sappia lottare. E non basta, perché ci vuole sempre anche un po’ di fortuna. Però ti dirò che in America hanno un’idea molto diversa dalla mia sulla musica italiana».

– Dici che hanno idee sorpassate?
«Non dico sorpassate, ma poco aggiornate sì. Pensano alla musica italiana come espressione folcloristica, non moderna. La Pfm resta una bellissima eccezione. È un mondo ancora troppo lontano e allora vedi che per me l’America non è un problema o un obiettivo immediato. Vado per la mia strada». Con successo, come ha confermato il concerto di eri sera a Milano. L’ennesimo trionfo per Elisa, il nostro orgoglio.

(Alcuni commenti:

"Penso che se arrivi al punto di essere sincero, se arrivi a raggiungere un equilibrio di sincerità, umiltà e coscienza, necessariamente crei qualcosa che ti appartiene. Che appartiene più a te che al mondo. È lì che vorrei arrivare." QUESTA è già musica!!!!!!!!
di Sciretti Alberto su Intervista alla cantante Elisa di Ivan Crico il 16/09/10

peccato aver letto quest'intervista solo ora...ero sicura che Elisa s'interessasse anche di arte. Le sue parole, la sua voce spesso assomigliano a colori e immagini distinte. Grazie per averla postata!
di gio su Intervista alla cantante Elisa di Ivan Crico il 31/08/10

è solo e semplicemnte GRANDIOSA ! Blumy
di Blumy su Oh flama, oh scûr: la poesia di Ida Vallerugo il 27/08/10).

lunedì 12 luglio 2010

Primo premio a Ivan Crico al "Premio Giuseppe Malattia della Vallata"



Consegna del primo premio per la poesia delle minoranze linguistiche e le parlate locali. Barcis, 12 luglio 2010. Nella foto da sinistra il presidente della Giuria Maurizio Salvador, il poeta veneto Fabio Franzin, la vincitrice della sezione in lingua italiaana Anna Elisa De Gregorio, Ivan Crico e in basso Pierluigi Cappello.


I linïamenti de la levada


De 'na luʃe pìzula ta'l cór
de la note te scrivo. Te scrivo a ti
forest como mi, ta sta tera de fógo
deʃmentegà e de stéle che le 'nvultìza
la to sono de àle vèrte ta'l scur, caʃéi
altóni par quei che i riva de mar

luntani. Stii ʃnegradi i verbi
ta'l albìz del sfoi i sfriʃa le óʃe
sfogonande dei ànƺui, la vègia
che la tende 'l to viaƺo lóngo

'ncòntraghe de nantri - formént
de cunfìn che ta la màʃena del tenp
'l se muda in farina e pan cunpèna
fést - de ziel sugo ta'l fundi del mumént
che ta l'unbrìa la va in zerca del troƺo

par tornar fóia ta'l vént de avrìl. Scolto
'l diman ta le batude doventar sangue
e man par catar ta'l zito la vena de óro
dei insonii mai pirdudi, óro de ardor

de àqua ta'l colfo vèrt dei oci tovi.
Xe drìo sonar; boti lónghi e remandi
de drento 'ntant che zerco de maƺinàr
comòdo saràsto, 'ntant che ƺà in ti
lumo, neve sacreta de unidùn che 'l va
che 'l ven, i linïamenti de la levada.


I LINEAMENTI DELL'ALBA

Da una luce piccola nel cuore / della notte ti scrivo, scrivo / a te straniero come me su questa terra di fuoco / dimenticato e stelle che incoronano / ora il tuo sonno di ali aperte sul buio, alti roghi / per chi giunge da mari lontani. Lame oscure le parole // incidono sul bianco della pagina le voci / incendiate degli angeli, la veglia / che accompagna il tuo lungo viaggio / verso di noi - grano / d'esodo che nella macina dei tempi / si fa farina e caldo pane - / linfa del cielo tra le fibre degli attimi / che nel buio ricerca la via // per tornare foglia nel vento d'aprile. Ascolto / nei tuoi battiti il futuro farsi sangue / e mani per trovare nel silenzio la vena d'oro / dei sogni mai perduti, oro di notturne / fosforescenze sul golfo aperto dei tuoi occhi. / Suonano le campane; rintocchi lunghi ed echi / dentro, mentre cerco d'immaginare / come sei, mentre già in te / vedo, neve segreta di ogni uomo che va / o che arriva, i lineamenti dell'alba.