martedì 7 ottobre 2008

Absolute Poetry: uno sguardo sul territorio


Fin da piccolo ho sempre avuto l'impressione di vivere in una regione speciale. Una regione di cui mi considero, a pieno diritto credo, un tipico cittadino. Con un antenato di origine austriaca, una bisnonna slovena ed una nonna friulana, nata a Fiumicello. Mio padre, invece, è veneto - arrivato da piccolo a Monfalcone con mio nonno che qui aveva trovato un buon posto di lavoro - mentre mia madre discende da un'antica famiglia bisiaca di Pieris, il paese in cui sono nato. A casa però abbiamo parlato sempre e continuiamo a parlare soltanto in bisiàc, tanto che ho sentito le prime parole in italiano quando sono andato alle scuole elementari. Il bisiàc è la nostra lingua madre e, per me, non ha nulla di migliore o peggiore rispetto a tutti gli altri linguaggi che ho avuto la fortuna di udire fin dall'infanzia. Bastava passare l'Isonzo difatti, a poche centinaia di metri da casa mia, e si sentiva parlare in friulano. Bastava fare pochi chilometri, arrivare sul Carso, e lì si trovavano i primi paesi di lingua slovena. Poi c'erano i triestini, gli istriani arrivati con l'esodo, i tantissimi meridionali arrivati per lavorare nei Cantieri Navali a Monfalcone. C'erano e ci sono (anche se molto attenuati rispetto ad un tempo) i soliti campanilismi con cui, per nascondere i propri difetti, si tende ad ingrandire quelli del nostro vicino. Ma, a parte questo, nessuno in fondo pensava sul serio di essere qualcosa di speciale rispetto agli altri. Così, quando mi capita di sentir parlare della specialità della nostra regione collegata solamente alla presenza della lingua friulana, slovena e tedesca, questa mi sembra un'affermazione davvero limitativa, incapace di descrivere nella sua interezza quella che, per me, è la vera "specialità" della regione. Una regione che è, da Muggia fino a Tarvisio, da Cividale a Pordenone, come un grande scrigno spalancato ed ovunque disseminato di tesori paesaggistici, culturali, linguistici.
Credo moltissimo nella valorizzazione degli autori locali. Che qui sono tanti e capaci di realizzare cose di grande valore. Quando, assieme a Pierluigi Cappello, ho ideato la collana di poesia "La Barca di Babele", l'obiettivo dichiarato era proprio quello di far conoscere la qualità dei nostri poeti nel resto d'Italia ma, anche, le tante preziose lingue che da secoli e secoli convivono in queste terre di confine. In questi giorni, grazie alla sensibilità di Lello Voce e Luigi Nacci, rispettivamente direttore ed assistente del festival di poesia Absolute Poetry che si tiene a Monfalcone, ho ed abbiamo avuto - una volta ancora - la possibilità di far conoscere quanto di buono si è fatto e si sta facendo nella nostra regione. Giovedì 29, difatti, c'è stata una sorta di anteprima del festival, con la serata "Da Marin a Michelstaedter. Un secolo di poesia nella provincia di Gorizia", con accompagnamento musicale in bisiàc di Erica e Gabriele Benfatto ed Andrea Ell. Si è trattato di un avvenimento che possiamo definire storico. Un piccolo miracolo riuscito grazie anche al paziente lavoro dell'Istituto di Cultura Veneta del FVG che ha sempre operato per valorizzare le associazioni locali. Può sembrare incredibile, in una regione così piccola, ma era la prima volta in assoluto che la Società Filologica Friulana, l'Associazione Culturale Bisiaca, il Centro Studi "Biagio Marin" di Grado, con le associazioni slovene del territorio "Jadro" e "Tržič", si trovavano a collaborare tutte assieme per valorizzare i grandi poeti - in bisiàc, friulano, gradese, italiano - che hanno operato nella provincia di Gorizia nel corso del Novecento. Una sinfonia straordinaria di suoni, di visioni legate all'asperità della pietra carsica o ai bagliori eterni del mare.
Questa ricognizione del territorio continuerà poi con la tavola rotonda che si terrà nella Biblioteca Comunale, curata da Roberto Dedenaro, "La poesia contemporanea del Friuli Venezia Giulia", con interventi miei e di Michele Obit, Silvio Ornella e Mario Turello e letture di Silvio Cumpeta, Luciano Morandini, Silvana Paletti, Sergio Penco e Gian Mario Villalta. Venerdì 6 giugno al "Centro di aggregazione Giovanile"vi sarà, invece, una tavola rotonda sulla poesia slovena contemporanea coordinata da Darja Betocchi, con David Bandelj, Veronika Dintinjana, Marko Kravos, Marcello Potocco. Infine, sabato 7 nella Biblioteca Comunale, vi sarà un'altro incontro a cui tengo molto: "Vose de puisia, la poesia bisiaca dalle origini ad oggi", un omaggio del Festival e del suo direttore al linguaggio particolare che da tanti secoli caratterizza questa città. Un linguaggio che ancor oggi spinge molti poeti, anche giovanissini, a sceglierlo come proprio strumento espressivo. Ricordando che già Claudio Magris, nel suo libro "L'infinito viaggiare" scriveva: "Non è certo una sfortuna essere un poeta bisiaco, che ha sei termini diversi per indicare i gorgheggi d'amore del fringuello".
Le voci di queste terre, che dobbiamo custodire e valorizzare. Voci che devono poter farsi sentire ma anche imparare ad aprirsi alle altre "voci, parole, immagini che giungono fin qui" - come scrisse Lello Voce nella prima edizione di Absolute Poetry - "da tante parti del mondo".


Ivan Crico (apparso su "Il Messaggero Veneto", giugno 2008)

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